Lunedì si celebra la “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”
153 anni fa si realizzava un sogno, ovvero quello di sentirsi finalmente italiani. Da nord a sud nasceva così una nazione che portava con sé la speranza di pace e stabilità per l'intero continente. Invece di essere terra di scontro tra potenze decise ad acquistare una posizione egemonica nell'Europa centro-meridionale e nel Mediterraneo, l'Italia unificata, cioè un regno di oltre 22 milioni di abitanti, avrebbe potuto rappresentare un efficace ostacolo alle tendenze espansioniste della Francia da un lato e dell'impero asburgico dall'altro e, grazie alla sua favorevole posizione geografica, inserirsi nel contrasto tra Francia e Gran Bretagna per il dominio del Mediterraneo. Con queste premesse i nuovi italiani accoglievano festosi la decisione di Camera e Senato che così recitava: “ noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Articolo unico: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi Successori il titolo di Re d'Italia. Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Da Torino addì 17 marzo 1861".
Ed oggi, a distanza da quel giorno storico, si celebra la “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”. E’ infatti un obbligo ricordare e festeggiare una ricorrenza che è stata sancita dalla legge numero 222 del 23 novembre 2012, relativa alle “Norme sull’acquisizione di conoscenze e competenze in materia di cittadinanza e Costituzione e sull’insegnamento dell’inno di Mameli nelle scuole”. Pur rimanendo un giorno lavorativo, il 17 marzo viene considerato come “giornata promuovente i valori legati all’identità nazionale”.
Oggi, come ieri, è bello sentirsi “italiani”, e cioè parte di un popolo che fonda le sue radici nella storia, quella che hanno scritto i nostri nonni e bisnonni, credendo in un ideale di pace e unione che non passerà mai di moda e che sempre, ci si augura, possa guidare le azioni sociali.
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