25 gennaio: S.Medas, M.Luisa Stoppioni,
Vestigia in fundo servata. Città, navi e misteri sommersi in Adriatico
Il ciclo di conferenze dal titolo “Il Museo immagina”, che affronta temi derivanti da interpretazioni, spesso fantasiose, di avanzi e di resti talora del tutto immaginari ma che possono a volte apparire concreti e reali, prende avvio domenica 25 gennaio alle ore 17,00.
Mito per eccellenza di queste credenze è quello di una città “profondata”, di cui compare menzione in tutta la cartografia relativa al medio Adriatico a partire dalla fine del XVI secolo ma che si avvia assai prima, quando nel '300 un Anonimo Commentare fiorentino della Divina Commedia narrava:La Cattolica è un borgo presso a questa Focara, in su la marina, et fu già una buona terra, ma è coperta dal mare, et anch'ora chi guarda essendo il sole chiaro, si veggiono sotto l'acqua del mare gran pezzi di muri et di torri, et puossi comprendere che terra vi sia stata sotto... Da questa breve annotazione nacque e si sviluppò la leggenda di una città sommersa che il forlivese Flavio Biondo, nella prima metà del '400, identificò con l'antico insediamento di Conca, dal nome del fiume che segnava a nord i confini dell'attuale Cattolica.
Le numerose indagini di questi anni hanno confermato l'infondatezza archeologica di tale identificazione, ma resiste il mito, e in certe sere, quando all'imbrunire la luce corre radente alla superficie del mare, molti affermano di avere visto un'intera città che, circondata da mura e decorata da colonne e da grandi marmi, giace ancora là sotto. Il racconto è affidato a Maria Luisa Stoppioni, archeologa, responsabile del Museo della Regina e sarà seguito da un altro racconto, quello dell'archeologo subacqueo Stefano Medas, che presenterà alcuni straordinari risultati recentemente raggiunti nella laguna di Venezia e relativi a veri e propri tesori archeologici, relitti e strutture databili dall'età romana al Medioevo, che erano rimasti completamente sommersi dal fango e dalleacque opache della laguna, che li avevano resi completamente invisibili.
Le strutture, di cui pure le carte conservavano indizi e notizie, erano del tutto “profondate”; nella cartografia cinquecentesca era annotata una “isola deruta” le cui strutture di accoglienza nel 1348 avevano ospitato i morti di peste: dunque, un luogo da cui stare lontani e in cui non approdare. Il pericolo di un contagio, anche successivamente, era ritenuto enorme; ed anzi, a difesa del luogo e per frenarne l'accesso, due grandi navi trecentesche della Serenissima, tra cui una galea, erano state poste ad affiancare l'isola e così, straordinariamente conservate, sono state rinvenute in occasione dei recenti interventi di scavo. Gli scavi archeologici recentemente condotti presso quest’isola “deruta” o “perduta” nella laguna di Venezia hanno permesso di rinvenire, tra l’altro, due splendidi relitti trecenteschi, due navi che in qualche modo rappresentano un paradigma politico e mercantile della storia veneziana.
Non meno interessante, e singolare per funzionalità e tecnica di filtraggio, una grande cisterna con pozzo, anch'essa completamente sommersa, rinvenuta a Ca' Ballarin nella laguna nord: sorprendentii resti e il loro stato di conservazione, che gli scavi di questi anni li hanno restituiti integri per lo studio e la conoscenza della laguna antica.
Ingresso libero
Per informazioni:
Museo della Regina
Via Pascoli, 23
47841 CATTOLICA
Tel. 0541 966577; e-mail: museo@cattolica.net