"No” è la parola più selvaggia che possiamo affidare al linguaggio. - Dickinson
Da qui avevamo cominciato e dai molti No dell'oggi volevamo partire per le nostre giornate, ma il no doveva essere costruttivo e propositivo, e allora abbiamo scelto un altro titolo da cui iniziare: Avrei da dire.
Il Museo come manifesto civico di una comunità, per lasciare a ciascuno dei partecipanti la libertà di portare il proprio pensiero, contro o a favore, per eliminare e per creare, come “da artista”, forse.
All'origine di queste due giornate organizzate dal Museo della Regina di Cattolica, ciascuna delle quali con caratteri specifici e distinti e tuttavia comuni, è il desiderio di aprire una riflessione sul ruolo e sull’azione che gli Istituti Culturali sono chiamati a svolgere nel territorio di riferimento, in particolare i Musei e ancor più specificamente i piccoli Musei, cui si continua ad attribuire un ruolo che pare aprirsi e concludersi in quelli della custodia e della conservazione dei beni in essi depositati.
Avvertiamo la necessità, o forse "l'assoluta" necessità, in questi strani tempi, che gli Istituti Culturali prendano posizione, civile e morale, sulle questioni dell'oggi, piccole o grandi che siano, e che a tal fine cerchino interlocutori e motori tra quanti esercitano nei diversi campi dell'arte e della cultura forme di profonda autonomia e libertà.
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