Stagione teatrale 2014 2015
Spettacolo di Prosa
martedi' 2 dicembre 2014 ore 21.15
FALSTAFF
da Enrico IV/Enrico V di William Shakespeare
adattamento e regia Andrea De Rosa
traduzione Nadia Fusini
scene e costumi Simone Mannino
suono Hubert Westkemper
luci Pasquale Mari
con Giuseppe Battiston, Gennaro Di Colandrea, Giovanni Franzoni, Giovanni Ludeno, Martina Polla, Andrea Sorrentino, Annamaria Troisi, Elisabetta Valgoi, Marco Vergani
Fondazione Teatro Stabile di Torino, Emilia Romagna Teatro Fondazione
«Tutto nel mondo è burla»: così chiosa Falstaff. Millantatore, sbruffone, vorace, vitalista, furfante, è un personaggio così dirompente da essere ripreso in due drammi di Shakespeare e diventare protagonista della irriverente commedia lirica di Arrigo Boito musicata da Giuseppe Verdi. Falstaff ha affascinato i più grandi talenti della scena, come Orson Welles, che riservò per sé il ruolo di protagonista nella versione teatrale e in quella cinematografica. Per queste ragioni, e per il piacere di rivedere all’opera la coppia artistica Giuseppe Battiston e Andrea De Rosa, questo nuovo allestimento si preannuncia come una delle proposte più significative della stagione 2014/2015. La potente duttilità espressiva di Battiston darà vita alla partitura drammaturgica di Nadia Fusini, impreziosita dalla regia di De Rosa, attento a moltiplicare immagini, a toccare sponde semantiche lontane dalla tradizione e a coniugare con grande perizia la tradizione lirica con quella di prosa.
«Strano e singolare il destino di Sir John Falstaff! – scrive Andrea De Rosa -. Apparso la prima volta nel dramma storico Enrico IV, questo personaggio riscosse un tale successo che William Shakespeare dovette farlo rivivere e poi rivivere e poi rivivere ancora, in ben altri quattro testi. Pare addirittura che la stessa Regina Elisabetta ne avesse gradito così tanto la sagacia da intervenire, in prima persona, facendosi dare assicurazioni dal Bardo affinché questo impareggiabile ciccione non fosse accantonato dalla sua produzione.
C’è in Falstaff qualcosa che ci conquista subito: un amore sfrontato per la vita, che si manifesta soprattutto nella forma dell’amore per la lingua, per le parole, per il motto di spirito, per la creazione instancabile di metafore e giochi linguistici; un senso pieno delle cose che accadono qui e ora e che di fronte al suo sguardo sembrano le sole che abbiano un qualche senso; ci sono nelle sue parole una gioia che non si stanca mai, sempre pronta a rovesciare il male in bene, un senso dell’amicizia ingenuo e vorrei dire persino infantile, una ostinazione a fare di ogni dolore uno scherzo, di ogni situazione senza via d’uscita uno sprone a cercare di non lasciarsi imprigionare. Dopo il felice incontro con Macbeth, ho chiesto a Giuseppe Battiston di calarsi stavolta nei panni di questo buffone, convinto che ci sia anche qui qualcosa di inaspettato e imprevedibile da scoprire sotto la maschera solo apparentemente tranquilla che egli sembra mostrarci».
Note di regia
Apparso la prima volta nel dramma storico Enrico IV, questo personaggio riscosse un tale successo che Shakespeare dovette farlo rivivere e poi rivivere e poi rivivere ancora, in ben altri quattro testi. Pare addirittura che la stessa Regina Elisabetta ne avesse gradito così tanto la sagacia da intervenire, in prima persona, facendosi dare assicurazioni dal Bardo affinché questo impareggiabile ciccione non fosse accantonato dalla sua produzione. C’è in Falstaff qualcosa che ci conquista subito: un amore sfrontato per la vita, che si manifesta soprattutto nella forma dell’amore per la lingua, per le parole, per il motto di spirito, per la creazione instancabile di metafore e giochi linguistici; un senso pieno delle cose che accadono qui e ora e che di fronte al suo sguardo sembrano le sole che abbiano un qualche senso; ci sono nelle sue parole una gioia che non si stanca mai, sempre pronta a rovesciare il male in bene, un senso dell’amicizia ingenuo e vorrei dire persino infantile, una ostinazione a fare di ogni dolore uno scherzo, di ogni situazione senza via d’uscita uno sprone a cercare di non lasciarsi imprigionare.”
Andrea De Rosa
Teatro della Regina
Piazza della Repubblica 28-29
47841 Cattolica (RN)
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